di Onofrio Sanicola
Il blog di Piazza Marineo annunzia che sul g. di Sicilia ci sarà una edizione speciale sull’evento. Non senza emozione apro il giornale e leggo a doppia pagina l’annunzio di un evento che si ripete da 16 anni. In contemporanea una serie di eventi (corpusdomini, gemellaggio, infiorata ecc). L’annunzio ci viene dato dalla foto della rotonda e spensierata faccia del Sindaco che viene pubblicata ad ogni evento come inserzionista . Voglio assistere alla preparazione dell’infiorata. Accolgo il messaggio …..ci vediamo stasera lanciato da una straniera (almeno dal linguaggio usato nello spiegare un lavoro teatrale-televisivo dai contenuti psichiatrici). Già alle 19 le squadre sono al lavoro. Dal gruppo provocatutti alla pilotina avvizzita, dalle confraternite agli scaut senza tempo, dall’unione delle comuni frustate ai senzatetto (e) e senza sesso. Nella Nuova Sede dell’Immobiliare San Ciro si bara alla grande. Superiore in testa si dipingono petali bianchi con colore giallo e varie alternative per sopperire alla mancaza di giallo e azzurro. Dirige un bancario predisposto a contare i petali. Non fosse una vetrina di belle ragazze credo che verrebbero impiegati i pensionati …. Sino a notte si continua a infiorare trasformando un lavoro di un ora in una notte di passerella di belle ragazze con vestiti attillatissimi, aderenti, provocantissimi. Grazie a questi eventi abbiamo scoperto che le “coulotte” sono un abbigliamento non più intimo. Bande di giovinastri scorrazzano con centinaia di “orfanelle”non ancora dodicenni, abbandonate dai genitori, a vittime sacrificali di un progetto educativo mai applicato. Alle tre di notte rimangono solo le ex pie donne che cantano inni ad una dea sconosciuta sopra l’asettico carro di Tesbi. Scelgo fra Villafrati (ma non eravamo l’Unione dei comuni per coordinarci ? ecc.ecc.) Petralia sottana, e non so quanti altri ancora e mi dedico a Marineo. Chiedo ad una vigilessa cosa c’entra la festa del marchesato dei sanguinari (mi dicono espressione assessoriale) Beccadelli con l’infiorata. Messa solenne bilingue, tamburi esagerati. Il Pesco Superiore forse non sa che volenti o nolenti dalle ore 7 del mattino veniamo aggrediti da alborate, tamburini impazziti, dalle campane che fanno a gara fra madrice, monache e convento a chi suona di più e più forte e nelle ore che un laico peccatore vorrebbe magari riposare. Aggiungete alle decine di Tamburi almeno 5 bande municipali a campane è una competizione sul filo della arroganza e del non rispetto altrui. A pranzo ci sono varie possibilità. Il pranzo con le autorità (Sindaco, assessori ecc.) o con il comitato del gemellaggio, o con il Superiore della confraternità oppure ad uno dei pranzi clandestini organizzati dagli ex del comitato del gemellaggio. Cerco di partecipare a quello del Parroco ma non lo trovo. Chi mi dice che per motivi familiari è assente. Chi mi dice che ha organizzato un Happy ours dalle e con le suore, con i conventuali con i frati e il clero ospiti di San Giorgio. Finisco infine ad uno di questi pranzi clandestini di emarginati, isolati, ex organizzatori, stressati senza potere, disperati senza futuro, vittime della propria età, espulsi da confraternite, assetati senza cariche, saggi ma sordomuti, artisti e musici astiosi. Ci accomunava la certezza della nostra infallibilità, dalla atroce invidia verso altri. Ciò non toglie che alle 17 eravamo ancora là per terminare un infinito elenco di inefficienze altrui. Inizia la processione preceduta da una squadra di neocomunicati scatenati. Volano scappelloti minacce strattonamenti. Uno di questi alla fine prende il proprio cestino dei fiori e davanti la madrice lo usa come pallone subito si fa squadra con gol da ambo le parti. Debbo dire che la processione mi ha commosso. Ho iniziato guardando la bella mostra che facevano di se le belle signore e sono finito sottobraccio ad una bella nonna che sapeva tutte le cantilene, preghiere, vari tipi di rosario, inni a tutti i santi. Sorrideva, non rideva, canticchiava non gridava. Ogni tanto mi buttavo sui suoi occhi perché lacrimava dolcemente. Quando mi distraevo mi stringeva il braccio per ricordarmi che se volevo ridere e scherzare potevo andare altrove. Non mi ha mai sgridato, il suo volto mi diceva tu sei una persona intelligente non usare la processione come passerella, non fare battute o sberleffi. Mia moglie occupava l’altro braccio della signora. Non so se osservava più la signora o i miei sguardi alle signore che avevano passato il pomeriggio a comprimere cellulite dentro pantaloni attillatissimi (esistono misure più grandi…) a restringere camicette sudate alla baglioni. La signora ogni tanto ci spiegava funzioni presenze significati. Un ragazzino dietro di noi ascoltava il padre …….quelli neri, tristi e arrabbiati sono della confraternita di Maria Addolorata, quelli rossi sono della Immobiliare San Ciro, il rosso è il Colore di San Ciro che lo hanno espropriato a San Giorgio, sono i migliori guardali sono di una razza eletta onnipresenti infallibili, in pratica sono solo donne che guidano i propri mariti, è una confraternita matriarcale; quelli a gruppi familiari di tre persone sono della San Giuseppe, quelli immischiati fra la folla si distinguono perché hanno il distintivo del drago sono i fedelissimi di San Giorgio, sono clandestini hanno paura di San Ciro, stanno aspettando l’OK dalla America dalla potente organizzazione la Manuzza Nera: l’altra mano di San Ciro, poi ci sono quelli di Sant’Antonio di Padova che da poco si sono fusi con quelli di SantAntonio de Lisboa, poi quelli del SS Sacramento, organizzatori della ricorrenza ed editori del catalogo merceologico del Corpus Domini. Non mi ero accorto che Franco Vitale ogni tanto si inseriva precisando e rimandando al predetto catalogo da lui compilato in tutte le sue parti discorsi delle autorità comprese. Il passaggio del baldacchino con il Santissimo accompagnato dalle grida provenienti da una taberna dove centinaia di estrosi della stessa famiglia e dove una di loro grida una forte invocazione religiosa, passa come su un tappeto volante sopra l’infiorata commuovendo tutti. Mia moglie ora lacrimava più della signora, io non so come finii sotto braccio di una bellissima signora a cui da più di un ora tenevo la mano. Avevo fatto bene a scegliere Marineo per la festa dell’infiorata. Tirai forte la mano di mia moglie e mi avviai verso casa. Intanto al castello il Maestro Matteo Salvaggio dirigeva flauti e ottoni sostituendo il vero direttore d’orchestra preso da crampi allo stomaco che faceva la spola fra il pub e il palco, accudito da una crocerossina che si dice faccia la maestra riconoscibile dalla penna rossa che porta sul cappello.L’orchestra suonava cosi bene che strattonai mia moglie portandola a casa, aprii il balcone mi sedetti accanto a Lei e iniziai a dirle quelle belle parole che le dicevo da ragazzo. La dolce musica mi diede una mano. I vicini non mi chiesero dove eravamo finiti quando non mi videro più sul balcone.
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