Così afferma Maurizio Belpietro nel suo editoriale “Una Regione da tagliare”, pubblicato sul quotidiano  Libero, venerdì 13 luglio.  Articolo che integralmente riportiamo.

Mercoledì sera mi è capitato di partecipare a Porta a porta, ultima puntata della stagione prima che l’informazione tivù prendesse il largo per le vacanze. In studio il ministro della Salute e quello della Funzione pubblica e argomento da discutere i tagli alla spesa pubblica, in particolare quelli riguardanti ospedali e statali. Inutile dire che i due tecnici si sono affannati a dimostrare l’indimostrabile e cioè che il governo ha maneggiato il bisturi con cura, incidendo solo sugli sprechi e i bubboni anomali del bilancio statale. Filippo Patroni Griffi, ministro con casa vista Colosseo comprata in saldo causa incombente terremoto, è stato molto puntuale nello spiegare come saranno messi a dieta i dipendenti pubblici:piante organiche, revisione, spostamenti. Un fiume in piena con pochi appigli cui aggrapparsi. Ma pur avendone dette tante, il numero uno dei ministeriali non è riuscito a trovare una sola frase che giustificasse ciò che accade in Sicilia, dove, spending review o meno, tutto continua come prima, cioè spendendo a mani basse e assumendo a braccia larghe.

La notizia che Raffaele Lombardo si è dimesso promuovendo un centinaio di dirigenti, uno dei quali in cella, è di questi giorni. Così come pure è recente il confronto fra il numero di funzionari d’alto grado di Palazzo dei Normanni, sede del governo siciliano, e gli alti papaveri del governo britannico: sfida finita in un pareggio. Ma mentre si discute di come e dove usare le forbici, di quali ospedali chiudere e di chi mandare a casa o in pensione, sempre dalla Sicilia arriva un’inchiesta sul numero di forestali della regione. A pubblicarla è il settimanale Panorama, che ha spedito un proprio inviato, Antonio Rossitto, a spasso per i boschi siculi, scoprendo che in totale fanno 28 mila 542 persone, per un costo annuo di poco meno di 700 milioni. A Godrano, paesino di mille abitanti in provincia di Palermo, gli uomini che si occupano della tutela della natura sono 190, più di quelli impiegati in tutto il Molise, dove però i cittadini non sono mille ma 160 mila e di ettari a bosco ce ne sono ottanta volte più che a Godrano. Un caso limite? Non pare. A Sortino, Siracusa, paese di 9 mila abitanti scarsi, i forestali sono 437, poco meno di quelli dell’intera Lombardia, che di abitanti ne ha 9 milioni 837 mila e di foreste non due ettari e mezzo, ma 660 mila. I raffronti potrebbero continuare con Pioppo, Palermo, duemilatrecento abitanti e 383 forestali, tanti quanti quelli del Piemonte. O con Marineo, sempre in provincia di Palermo, che ne ha più dell’Umbria.

 

Ma i dati aggiungerebbero poco o nulla all’evidente sproporzione fra il numero di addetti di altre regioni e quello della Sicilia, le cui guardie campestri, da sole, coprono il numero di impiegati pubblici che il governo si è impegnato a ridurre con la spending review. Non vorrei però a questo punto che i siculi guardiani della natura pensassero che ce l’ho con loro e dunque sarà il caso di segnalare che nell’isola l’esercito di braccianti e amministrativi che vigila su piante e arbusti non è l’eccezione ma la regola. Non c’è settore pubblico, comunale, provinciale o regionale che sia, che non strabordi di dipendenti pubblici. A Palermo sono 25 mila gli stipendiati dal Comune, diecimila in più di quelli pagati a Milano, città che però ha il doppio di abitanti e, presumibilmente, di strade e case. Nella Regione guidata da Lombardo, il numero degli impiegati è un altro dei misteri siciliani: c’è chi scrive 16, chi 18, chi 25 mila. Sta di fatto che in Lombardia i dipendenti occupati nel nuovo Pirellone sono poco più di tre mila. Nell’isola abbondano anche gli addetti alle ambulanze: per 250 automezzi di pronto soccorso, gli autisti sono più di tremila. E come per i forestali, anche questo elenco potrebbe continuare, ma aggiungerebbe poco al fatto che la Regione e gli enti locali della Trinacria sono un enorme stipendificio.

Un’isola dove la pubblica amministrazione è una fabbrica di posti di lavoro, indipendentemente dall’utilità e persino dall’esistenza di quei posti. Qui sono stati creati i camminatori, gente inquadrata a stipendio fisso per portare una carta da un ufficio all’altro. Qui hanno potuto fare straordinari anche a luglio ed agosto gli spalatori della neve. Ma nonostante l’evidenza e l’assurdità di un sistema che macina solo debiti e buchi di bilancio, alla Sicilia non è richiesto di cambiare e di ridurre il numero di parlamentari o tagliare il loro stipendio (più elevato di quello di altri consigli regionali). Qui tutto continua come prima della crisi o, se preferite, come se Monti non fosse mai esistito. Grazie all’autonomia, le clientele prosperano anche in tempi di spending review. Perché più che lo statuto speciale, in Sicilia sembra essere in vigore la protezione totale. Ma un’Italia in difficoltà, con un Pil che in un anno diminuisce del 2,4 per cento e una tassazione tra le più alte d’Europa, può ancora permettersi il lusso di 28 mila forestali, 25 mila impiegati comunali, 16 o 24 mila dipendenti regionali, 3 mila portantini?

Un paese che rischia il crac può ancora pagare il conto di un’autonomia che forse aveva un senso sessant’anni fa, ma oggi appare fuori dal tempo? So, naturalmente, che per cambiare, bisognerebbe modificare la Costituzione e questo non basterebbe perché servirebbe pure il benestare dell’Assemblea siciliana, ma un paese serio avrebbe almeno il dovere di domandarselo. O per lo meno, avrebbe l’obbligo di chiederselo un paese con l’acqua alla gola.

4 risposte a “Marineo e Godrano hanno più impiegati forestali delle regioni Umbria e Molise”

  1. E il caso di Godrano non è assolutamente “unico”. La distribuzione dei 28.542 dipendenti forestali (tra braccianti, addetti antincendio, guardie e amministrativi) a volte è difficilmente comprensibile. A Pioppo (frazione di Monreale) su 2.366 abitanti si contano 383 addetti alle cure del verde, per 2.400 ettari di bosco. Quasi quanti ne conta l’intero Piemonte: appena 404, ma a fronte di 922.000 ettari. A Sortino, in provincia di Siracusa, 437 tutori dei boschi per 9.000 abitanti e 2.500 ettari di superficie boschiva, contro 460 dell’intera Lombardia che conta 9.837.717 abitanti e la bellezza di 660.000 ettari di patrimonio forestale. E ancora, Marineo (sempre nel palermitano) “vanta” 301 forestali su 6.814 abitanti, per 1.100 ettari di bosco, più di tutta l’Umbria che ha 279 tutori del verde su 982.232 abitanti per più di 300.000 ettari di patrimonio da salvaguardare.

    "Mi piace"

  2. Consideriamo che a Marineo come nel resto della sicilia l’80% dei forestali fa un secondo lavoro in nero. Inoltre per i restanti mesi che non vanno a giocare nei boschi percepiscono la disoccupazione. Ditemi voi se questo è normale. Capisco i padri di famiglia e i giovani senza lavoro ma questa è una vera e propria vergogna!! Inoltre la gente non percepisce che tutti i soldi utilizzati per pagare questi nulla facenti sono risorse prelevate dalle nostre tasche che potrebbero essere utilizzate per altri servizi. Non voglio fare di tutta l’erba perchè tra i forestali ci sarà anche gente dignitosa e grandi lavoratori ma è arrivato il momento di fare gran pulizia e speriamo qualcuno si muova!!

    "Mi piace"

  3. Avatar l'anti scrocconi a spese di chi paga le tasse!!
    l’anti scrocconi a spese di chi paga le tasse!!

    il boscaiolo??? parole santissime

    "Mi piace"

  4. E DEL FINANZIAMENTO PUBBLICO DEI GIORNALI , CHI SE NE OCCUPA???

    "Mi piace"

Lascia un commento

In voga